ALCUNE RIFLESSIONI SUI CRITERI DI PARTENZA DEGLI
EQUIPAGGI IN OCCASIONE DELLE SELEZIONI
Quando quest’inverno, sulla spinta di un desiderio di “innovazione”, è stato introdotto il sistema di formazione delle batterie in base al punteggio, era rimasto irrisolto il problema delle partenze. Nella primavera, in seguito ad una serie di incontri con i cronometristi (che di fatto gestiscono tutto il sistema dei punteggi) si era auspicato che anche il mondo della voga riuscisse ad allinearsi agli alti sport dotati di una gestione più moderna, che, a pochi istanti dall’arrivo dell’ultimo, sono in grado di fornire le classifiche con i tempi ed i punteggi acquisiti dagli atleti. (vedasi ad esempio nelle gare di sci, dove, nonostante la partecipazione di decine e decine di concorrenti, dopo dieci minuti dalla chiusura della gara si trovano già pubblicate le classifiche complete con tanto di punteggio acquisito). Per ottenere più agevolmente questo risultato occorre tuttavia che il computer dei cronometristi venga già programmato con l’ordine di partenza: ecco dunque perchè si è pensato di ricorrere ad un criterio i partenza prestabilito. Naturalmente si tratta solo dell’inizio di un lavoro che potrà portare risultati concreti quando vi sarà una stampante a bordo del pontile di arrivo o quando vi sarà un tabellone in grado di illustrare al pubblico i risultati conseguiti dai vari equipaggi. Quanto al criterio da seguire per le partenze, su una cosa senz’altro quasi tutti erano d’accordo: e cioè di cercar i abbreviar i tempi di partenza tra un equipaggio e l’altro in modo da diminuire il rischio che cambi di corrente o d vento potessero influire rilevantemente sul risultato.
Fatta questa premessa, a maggior ragione risultava problematico ricorrere alla partenza a sorteggio, perchè poteva esserci il rischio che un equipaggio forte, partito a sorteggio dopo un equipaggio molto più debole, venisse ostacolato da quest’ultimo prima e durante il sorpasso. Con le partenze in ordine di punteggio questo pericolo è indubbiamente molto diminuito perchè sia che si parta dal più forte, sia che si parta dal più debole, comunque un equipaggio fortissimo ed un equipaggio debolissimo non potranno mai essere uno dietro all’altro (perchè uno partirà per primo e l’altro per ultimo o viceversa, e via via gli altri, ma tutti in scala con i valori). Per capire se partire dal più forte o dal più debole, eravamo andati a prendere gli esempi dallo sci e dal ciclismo: per motivi anche di spettacolarità nella seconda manche dello slalom parte sempre per ultimo il più forte e nell’ultima tappa a cronometro del Giro o del Tour parte sempre per ultimo la maglia Rosa o Gialla. Avevamo quindi pensato che si potesse fare così, e cioè facendo partire il più debole per primo e poi via via quelli sempre più forti: anche sotto il profilo spettacolare la scelta sembrava azzeccata perchè fino all’arrivo dell’ultimo equipaggio non si poteva conoscere il risultato; Invece partendo dal più forte, dopo cinque o sei arrivi, veniva meno l’ interesse a seguire gli ulteriori equipaggi, perchè ormai la classifica per la qualificazione poteva ritenersi scontata. Naturalmente partire per primi può essere penalizzante perchè, sopratutto in un equipaggio meno esperto, può mancare lo stimolo dato dal vedere un avversario davanti.
Si trattava allora di stabilire anche se dovesse eventualmente venir penalizzato il migliore o il peggiore della batteria; nella maggior parte degli altri sport si cerca sempre di agevolare il migliore: nel nuoto le migliori corsie a centro piscina sono riservate ai migliori tempi; idem nelle corse in pista con curva, dove i migliori stanno al centro; anche nello sci alpino nella prima manche partono i migliori prima che si creino le buche e poi tutti gli altri in ordine di punteggio, ecc.
Tuttavia nella voga quando sono stati fatti partire per primi i peggiori qualcuno dei migliori si è lamentato perchè si è trovato a dover “tribolare” con l’onda dell’equipaggio partito subito prima, che aveva però perso notevole terreno; ecco dunque che dopo queste proteste, sotto un certo profilo condivisibili, abbiamo assistito a selezioni con partenza dal più forte, che non hanno dato particolari problematiche.
Ora con l’approssimarsi delle selezioni dei gondolini (dove per la posta in gioco partire per primo può psicologicamente creare qualche problema) il problema delle partenze ritorna in primo piano.
La mia idea personale (ripeto: personale) è che bisogna cercare di continuare a partire in ordine di punteggio (crescente o decrescente): e ciò sia per i principi esposti in precedenza di maggior funzionalità nell’elaborazione dei dati, sia per favorire comprensibilità e spettacolarità della selezione, sia anche per evitare che il sorteggio maligno faccia partire un equipaggio veramente scarso subito davanti ad un altro equipaggio che si gioca la qualificazione per qualche secondo e che causa di quel sorteggio venga ostacolato nel sorpasso e si trovi immeritatamente penalizzato.
Per quanto riguarda l’ordine di partenza (solo per la Regata storica su gondolini), io il primo giorno farei partire come al solito il più forte, per evitare che egli possa lamentarsi di essere stato danneggiato da quello un poco meno forte partito immediatamente davanti; Poi il secondo giorno (quando ormai c’è un notevole livellamento perchè tutti i meno forti sono stati eliminati) farei partire il più debole e poi via via tutti gli altri fino al più forte, e questo pure in occasione di recuperi.
Forse questa soluzione “promiscua” (solo per i gondolini) potrebbe accontentare un po’tutti. Per le altre selezioni resta il dilemma: favorire i più forti o incentivare i più scarsi ?
In prima battuta, sportivamente, mi verrebbe da dire (in analogia anche con gli altri sport di cui si è detto) di rispettare il più forte, e quindi di farlo partire per ultimo. Tuttavia a ben vedere negli altri sport i ciclisti, i nuotatori, gli sciatori, i corridori, ecc, sono migliaia e migliaia con centinaia e centinaia di società che li avviano a quella specifica disciplina. Nella Regate comunali di voga alla veneta (basta vedere la classifica del punteggio degli atleti) i partecipanti alle selezioni sono poco più di un centinaio. Per la sopravvivenza dell’intero movimento dobbiamo quindi trovare delle formule incentivanti, che cioè inducano anche il meno forte a partecipare. Una volta la formula incentivante poteva essere costituita dal denaro messo in premio; ora che non c’è più il becco di un quattrino (o quasi), bisogna cercare di far leva su altri elementi: ed uno di questi può forse essere anche quello di aiutare il più debole ad inserirsi, evitandogli di partire per primo: tanto il più forte, anche se partendo per primo può essere “psicologicamente” penalizzato, comunque anche perdendo tre o quattro secondi può entrare agevolmente nel lotto dei qualificati.
Fermo restando che in definitiva la competenza nello stabilire i criteri di partenza spetta ai Giudici i gara, coordinati dal Giudice designatore, trovo molto opportuno il dibattito stimolato da Massimo Veronese sull’argomento, ed al proposito sarà mia cura invitare il Giudice designatore a leggersi con attenzione le varie opinioni (con l’auspicio che sappia trarne una soluzione più ampiamente condivisa).
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