Con la collaborazione tecnica di Marco Querini vi offriamo in anteprima "El svolo de la Pantegana" (venessiana). Noterete il carattere recalcitrante del sorcio che nonostante colpi di scopa e remate sulla testa che arrivavano da ogni dove, non voleva assolutamente farsi un bagno fuori stagione ma... chi la dura la vince!
Dal canale Picasa Web Album del Circolo Velico Casanova un'altra settantina di foto a vostra disposizione sempre riguardanti il "Corteo di Carnevale 2010"-
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Dal Gazzettino di lunedì, 8 febbraio 2010
A CANNAREGIO
Ecco la "festa veneziana" tra voga, musica e gastronomia
di Pierluigi Tamburrini
Annegata da due massaie una pantegana di 2 metri per 40 chili di peso. Fortunatamente non si è trattato di una abnorme mutazione genetica del più diffuso animale veneziano ma del clou della Festa Veneziana ieri mattina a Cannaregio. Alla presenza di 8mila persone che lungo il Rio hanno accolto un corteo di oltre cento barche partito da Punta della Dogana, la Festa è culminata alle 12 appunto con lo "svolo della pantegana". La parodia del volo dell'Angelo è consistita nel lancio dal ponte dei Tre Archi di un enorme ratto in cartapesta da parte di due donne vestite da massére con tanto di scope. La pantegana è stata realizzata nella notte dal presidente del Coordinamento delle remiere Giovanni Giusto («L'ho completata alle 5 del mattino» dice) che l'ha posta sulla prora della propria imbarcazione al posto del classico «can da burcio» a guidare il corteo acqueo che ha dato l'avvio a quella che è stata una vera festa popolare. Ad animarla il Gruppo giovani danze popolari di Marghera e i minuetti dei "Godego in cornice" ma soprattutto l'esuberanza dei due presentatori: la campionessa del remo Gloria Rogliani e, negli improbabili panni di Casanova, il giornalista Tullio Cardona, colui che ha lanciato l'idea della parodia e che ha declamato poesie di Gino Coller. Su tutto, bigoi, cicchetti e sarde in saor offerti dai ristoratori dell'Aepe tra il vicino ristorante ebraico che ha offerto 250 falafel. «Il Carnevale non rientra tra le feste ebraiche - spiegano al Gam Gam - ma la cucina ebraica fa ormai parte della tradizione veneziana».
Premiate le imbarcazioni con i migliori addobbi: una gondolona della Remiera Francescana, scelta per l'equipaggio più giovane - moltissimi i bambini a bordo - due caorline dell'Arzanà addobbate con il tema della Musica, i cui vogatori erano travestiti da chiavi di violino, e una caorlina della Canottieri Mestre, per i costumi. Assenza polemica però del tradizionale barcone del fritolìn gestito da Maurizio Adamo. «I vigili mi hanno messo sotto sequestro una stufa a legna presente da ottant'anni nel locale che uso per il vin brulè - spiega l'oste del Paradiso Perduto - sono vessazioni e mi hanno fatto passare la voglia».
Annegata da due massaie una pantegana di 2 metri per 40 chili di peso. Fortunatamente non si è trattato di una abnorme mutazione genetica del più diffuso animale veneziano ma del clou della Festa Veneziana ieri mattina a Cannaregio. Alla presenza di 8mila persone che lungo il Rio hanno accolto un corteo di oltre cento barche partito da Punta della Dogana, la Festa è culminata alle 12 appunto con lo "svolo della pantegana". La parodia del volo dell'Angelo è consistita nel lancio dal ponte dei Tre Archi di un enorme ratto in cartapesta da parte di due donne vestite da massére con tanto di scope. La pantegana è stata realizzata nella notte dal presidente del Coordinamento delle remiere Giovanni Giusto («L'ho completata alle 5 del mattino» dice) che l'ha posta sulla prora della propria imbarcazione al posto del classico «can da burcio» a guidare il corteo acqueo che ha dato l'avvio a quella che è stata una vera festa popolare. Ad animarla il Gruppo giovani danze popolari di Marghera e i minuetti dei "Godego in cornice" ma soprattutto l'esuberanza dei due presentatori: la campionessa del remo Gloria Rogliani e, negli improbabili panni di Casanova, il giornalista Tullio Cardona, colui che ha lanciato l'idea della parodia e che ha declamato poesie di Gino Coller. Su tutto, bigoi, cicchetti e sarde in saor offerti dai ristoratori dell'Aepe tra il vicino ristorante ebraico che ha offerto 250 falafel. «Il Carnevale non rientra tra le feste ebraiche - spiegano al Gam Gam - ma la cucina ebraica fa ormai parte della tradizione veneziana».
Premiate le imbarcazioni con i migliori addobbi: una gondolona della Remiera Francescana, scelta per l'equipaggio più giovane - moltissimi i bambini a bordo - due caorline dell'Arzanà addobbate con il tema della Musica, i cui vogatori erano travestiti da chiavi di violino, e una caorlina della Canottieri Mestre, per i costumi. Assenza polemica però del tradizionale barcone del fritolìn gestito da Maurizio Adamo. «I vigili mi hanno messo sotto sequestro una stufa a legna presente da ottant'anni nel locale che uso per il vin brulè - spiega l'oste del Paradiso Perduto - sono vessazioni e mi hanno fatto passare la voglia».
Dalla Nuova Venezia di Lunedì 8 Febbraio
E a Cannaregio la pantegana non vuole eseguire lo «svolo»
La pantegana «Queen of Venice», ieri mattina, proprio non aveva voglia di fare lo «svolo». Ci sono voluti più di 5 minuti per farla finalmente arrivare in acqua dal ponte dei Tre Archi, nel canale di Cannaregio. A parte l’intoppo, che in realtà ha divertito il pubblico, la Fondamenta di Cannaregio ha rivissuto le antiche glorie con migliaia di persone, forse cinquemila, che hanno accolto l’arrivo del corteo acqueo partito alle 11 da Punta della Dogana. Le imbarcazioni, tutte addobbate e in perfetto stile di carnevale, hanno entusiasmato il pubblico, in gran parte composto da veneziani. In fondamenta, intanto, si potevano degustare piatti tipici gratuiti offerti dagli esercenti: dal baccalà, alle frittelle ai folpetti, assieme a un’immancabile ombra di rosso. Ernesto Pancin segretario dell’Aepe: «Tutta questa gente è la dimostrazione che la festa è riuscita, siamo contentissimi». A dirigere la mattinata ci ha pensato Giovanni Giusto, coordinatore delle remiere, che dal palco ha ribadito come sia importante vivere questa festa in primo luogo per i veneziani che amano Venezia. A vincere un simbolico premio, per l’imbarcazione con l’addobbo migliore, sono state la Francescana con protagonisti i bambini e l’Arzanà, che si sono distinte per originalità e coinvolgimento nell’iniziativa. Le imbarcazioni che hanno partecipato sono state circa un centinaio, con oltre 400 vogatori che si sono prestati ad un corteo acqueo a dir poco suggestivo attraverso il Canal Grande. All’arrivo del corteo, poco dopo le 12, tutti attendevano lo «Svolo della pantegana», nata da un’idea di Tullio Cardona e poi realizzata in tre giorni proprio da Giovanni Giusto. La pantegana, di notevoli dimensioni, con tanto di coda e fatta di polistirolo, era legata con un cavo che avrebbe dovuto farla scendere dal ponte fino in canale. Il peso, però, ha tradito l’organizzazione e non si è riusciti a farla scendere immediatamente, mentre alcune signore, perfettamente immedesimate nel ruolo di siore veneziane, con tanto di scopa, hanno tentato di cacciare l’enorme pantegana giù in canale.Alla fine la pantegana è finalmente «svolata» ed è rimasta a galla davanti al ponte. (g.co.)
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