.

martedì 12 gennaio 2010

OLIMPICA: DALL'IDEA ALLA PRESENTAZIONE

Domenica 10 gennaio 2010, la presentazione dell'Olimpica, imbarcazione per la voga alla veneta ideata dal Coordinamento Nazionale delle Società Remiere di Voga alla Veneta e realizzata dal Maestro d'ascia il Re del Remo Gianfranco Vianello detto "Crea": 11,80 metri di lunghezza per una largheazza massima della carena di 0.80 metri ed un peso di circa 200 chilogrammi.



E' passato più o meno un'anno da quando Giovanni Giusto, rappresentando il Coordinamento delle Remiere, è passato per il cantiere di Gianfranco "crea" Vianello per chiedergli di tirar fuori tutta la sua esperienza di artigiano, maestro d'ascia ed ex grande regatante nonchè Re del Remo per realizzare un prototipo di imbarcazione innovativo da utilizzare per la voga alla veneta. Si è presentato col suo bel foglietto strappato dall'album di disegno di suo figlio Jacopo con lo schizzo di quella che



era l'idea di massima: creare una forma che potesse esaltare sia l'abilità tecnico-tattica che la forza pura degli atleti che avrebbero disputato con questo modello, il Campionato Italiano di quella che nella speranza del coordinamento e di tutto l'ambiente diventerà specialità olimpica e quindi regolare Federazione Italiana di Voga Veneta. In un primo momento "crea" non se la sentiva di impelagarsi in un'impresa del genere...ma i numeri uno, in qualsiasi campo, quando vedono la sfida davanti a



loro al primo impatto possono essere un po' titubanti ed addirittura rifiutano l'impegno... pero' arriva la notte e chissà perchè la mente,senza volerlo, comincia ad elaborare ed il pensiero,sempre più inspiegabilmente, ti accorgi che è sempre là! E poi arriva il momento di svegliarsi e loro, i numeri uno, sentono due guanti in pelle nera che vischiano in maniera violenta prima la loro guancia destra e poi quella sinistra: l'orgoglio è già pungolato e la sfida è raccolta. Durante la pausa merenda scatta



quella che sembra essere la pensata giusta e come i grandi musicisti la scrivevano subito sul pentagramma, il grande maestro d'ascia l'immortala subito sulla carta del formaggio appena consumato facendo bene attenzione di spostare le "croste" col palmo della mano. Passa poco tempo e siamo già col modellino in scala realizzato! Le idee di Giusto sulla barca del futuro contrastavano sovente con il pensiero del maestro: la facciamo coperta o scoperta? la facciamo spigolata o gli diamo una forma



costantemente curva longitudinalmente? mettiamo il ferro a prua tipo quello del gondolino oppure no? forcole o scalmi in acciaio come le "Venete"? l'asse dei posti voga centrale o sfalsato come le barche da regata tradizionali e via di questo passo in una miriade di dubbi che ad ogni fase della lavorazione si presentavano e tutte le sere meeting in cantiere per discutere e possibilmente risolvere. Ormai il sodalizio era partito alla grande e con lo stesso entusiasmo dei bambini davanti al nuovo regalo



ricevuto. Anche la questione economica era stata risolta con il tintinnante e concreto intervento dell'amministrazione provinciale della vecchia giunta prima e della nuova poi, entrambe daccordo, cosa rara a vedersi, nell'intento di fare qualcosa di concreto per la salvaguardia della storia, delle tradizioni, degli usi, di un modo di essere e di essere stati. Per la salvaguardia di quella cosa che ha permesso millecinquecentoottantanove anni fà ad un manipolo di fuggiaschi, di salvare la pelle da



barbariche invasioni inventandosi l'arte di andar remando in piedi e guardando avanti come a voler stare attenti a quello che di brutto poteva succederti attorno. La stessa arte che ha permesso ai nostri antenati di esplorare le invivibili paludi venete, di ricercare in quei malsani acquitrini anche la pur minima possibilità di rendere gli stessi vivibili e produttivi. Per tagliar corto, come l'acqua è ed è stata origine di qualsiasi organismo vivente, la voga veneta è stata origine di Venezia. Perchè qualcuno



se ne dà a male se vogliamo chiamarla così visto che i veneziani l'hanno inventata e ne tramandano i più reconditi segreti di padre in figlio? Perchè non contestano la voga all'inglese o la voga alla canadese entrambe specialità olimpiche? Parla tu che parlo sempre io, i mesi sono trascorsi, l'idea è stata accettata, il progetto approvato e lo scafo in men che non si dica è quasi chiuso...nel frattempo è nato anche un'amore: il barboncino "groppo", il cane di Giovanni Giusto, a furia di andare in cantiere



tutte le sere, ha perso la testa per la femmina di Pastore Tedesco di Franco "cera" la quale non ha gradito...troppo piccolo! Siamo ormai al termine della costruzione, qualche tocco di stucco e pittura e siamo pronti, unico nodo ancora da risolvere il tipo di forcola o scalmo che dir si voglia da applicare alla nuova imbarcazione ed il suo nome. Visto che in quel periodo per pura casualità si stava parlando dell'eventuale candidatura di Venezia per le Olimpiadi del 2020, perchè non chiamarla



"OLIMPICA" magari auspicando che per quel periodo non si sia risolto il dibattito sulla federazione e non venga ufficialmente riconusciuta la "voga veneta" come specialità olimpica per davvero? Per la nostra città sarebbe un grande regalo ma soprattutto sarebbe una cosa auspicabile e dovuta!!!




LA PRESENTAZIONE DELL'OLIMPICA

Nessun commento: