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sabato 2 gennaio 2010

LA RIEVOCAZIONE DELLE VARVUOLE: GRADO, MARTEDI' 5 GENNAIO 2010 - ORE 17:30

L'associazione sportiva remiera Gradovoga in collaborazione con la Societa' Canottieri Ausonia, la scuola di danza Avenal e Grado Teatro con il patrocinio del Comune di Grado, organizzano come da pluricentenaria tradizione, la rievocazione delle "Variuole" martedì 5 gennaio 2010 alle 17:30. Balli, poesie e canti a contorno dell'evento. Per approfondire l'argomento o se siete curiosi di scoprire di cosa si tratta, guardatevi tranquillamente il video che segue ed i sussurri dalle cube (vicoli) che riportiamo più avanti...misteri, leggende, tradizioni, credenze popolari o...o che cos'altro? Vi lasciamo tra le nebbie dei racconti....



VISIBILE IN ALTA DEFINIZIONE ED A SCHERMO INTERO





http://graisani.blogspot.com/2008/01/le-varvuole.html



Cristiano Peroni, presidente Gradovoga




Sussurri delle cube, i vicoli di città vecchia.

Nella notte dell'Epifania le Varvuole (streghe cattive) arrivano a Grado con barche di vetro, entrano nelle case per trascinare via i bambini cattivi. Così la leggenda. "Le ha dinti spuntii e lunghi de rame, cavili de fil de fero e vogi lustri e faliscusi de pierabatibogio, gambe de legno gropolose, le xe vistie de soto dute de stuora, cò un capoto de reato e cò butuni de cortegae, brute che le fa spasemà anche i demuni". Le descrive così Domenico Marchesini (Menego Piccolo) e consiglia: "Bisogna "lustrà dute le cruche" (lucidare tutte le maniglie delle porte), "coi agi" (aglio), "core a tò l'aqua santa co le fiasche" (correre a prendere l'acqua santa con i fiaschi), "benedì dute quante le stanse e anche le contrae e la caina sul reparo duta lustra" (benedire stanze, vie e la catena del focolare".Per quel che si sa e le supposizioni che si possono fare, la descrizione del mito delle Varvuole calza a pennello alla descrizione delle razzie dei pirati Uscocchi i quali al soldo degli Austriaci razziavano e saccheggiavano tutti i porti sotto il protettorato di Venezia. Erano pirati straccioni delle coste dalmate ma guerrieri formidabili bardati con paradenti di ferro, gambali di legno e con le "cotole" alla turca tali da diventare "strighe" nella fantasia popolare.



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