ALBINO DEI ROSSI "GIGIO STRIGHETA"
25 MARZO 1920 - 11 NOVEMBRE 2004
DOPO I FUNERALI ALLA CHIESA SEI S.S. GIOVANNI E PAOLO, IL FERETRO DI ALBINO DEI ROSSI VIENE TRASPORTATO AL CIMITERO DI BURANO CON L'AMMIRAGLIA DELLA CANOTTIERI QUERINI, LA DISDOTONA. L'EQUIPAGGIO ERA FORMATO DA COMPAGNI, AVVERSARI E CAMPIONI DEI GIORNI NOSTRI: SERGIO TAGLIAPIETRA «CIACI», GIANFRANCO VIANELLO «CREA»,
BEPI E PALMIRO FONGHER, LUGI SENO «BOTA», GIANNINO TESTACALDA, BRUNO
BASTASI, ERMENEGILDO FRAVEGA, BEPI SCHIAVON, LUCIANO «PANNA», BEPI STELLA, GIANNI E ROBERTO BUSETTO, IVO REDOLFI
TEZZAT, GIAMPAOLO D’ESTE, RUDI E IGOR VIGNOTTO
Giorgio, Bruno e Franco Dei Rossi: hanno voluto che ci fossero proprio tutti i suoi "provieri", o figli e nipoti di quelli scomparsi, per celebrare il ricordo del loro padre, l'indimenticabile, mitico, insuperabile, Albino "Gigio Strigheta" Dei Rossi, nel decennale della sua scomparsa. Dodici "provieri" in una carriera sportiva che, non fosse stato per la sopensione della Regata Storica dovuta alla seconda guerra mondiale, verosibilmente lo avrebbe visto non una, ma ben due volte "Re del Remo". Probabilmente i cronisti di allora avrebbero dovuto coniare per lui un nuovo titolo nobiliare del tipo "Imperatore del Remo", come in effetti, chi ha avuto la possibilità di vivere dal vero le sue gesta, lo ricordano. Ha esordito in Regata Storica senza fortuna con tale Bortoletto Giuseppe per esplodere nel 1946 (secondi) con Marcello Bon "Ciapate", con il quale ha fatto coppia fino al 1953 (trezi); in mezzo sei bandiere rosse ed il titolo di Re del Remo! 1954, Natale Vianello "Badan": primi! 1956, primi, 1957 e 58 secondi: il partner era Enzo Rino "Capon" da Treporti. 1959 e 1960 rispettivamente bianca e rossa con Bruno Bastasi "Toreto". Dal 1961 al 1963, probabilmente la coppia più famosa, epica, eroica, leggendaria e memorabile di tutti i tempi: "Ciaci e Strigheta"! Con Sergio Tagliapietra tre primi consecutivi. L'anno dopo, la cocente esclusione dalla Storica assieme a Renato Marzi ma la stagione seguente e quella ancora, conquista un'altra rossa e una bandiera bianca assieme al pellestrinotto trapiantato in Via Garibaldi, Giuseppe Scarpa "Stela". Con Ermenegildo Fravega "Scardola" si classifica quarto e primo, terzo e quarto con Giuseppe Schiavon "Bufalo". Con il figlio Bruno, ventiduenne, nel 1974, "Gigio" si qualifica sesto e chiude l'anno dopo con una bandiera blu assieme a Franco Vianello "Crea". Signore e signori, abbiamo parlato solamente di Regata Storica tralasciando quelle di Burano, Redentore, Alberoni, Pellestrina, Sensa etc, ma non dimenticando i 5 primi, 11 secondi, sei terzi e tre quarti della regata delle regate: Murano a un remo!
Domenica 9 novembre, proprio alla Trattoria da Romano a Burano, il suo ristorante preferito, a dar lustro alla sua memoria, oltre ai già citati regatanti o a chi li rappresentava, c'erano anche tutti i vincitori viventi della Regata Storica tra i quali Roberto e Gianni Busetto, "Bepi" Fongher, Igor e Rudy Vignotto, Ivo Redolfi Tezzat e Gianpaolo D'Este. Indescrivibile il livello di commozione raggiunto durante l'incontro, palpabile la fierezza trasmessa da chi ha potuto raccontare momenti di vita vissuti con "Gigio", effervescente l'atmosfera e la gioia nello stare tutti assieme nel ricordo di un mito buranello, veneziano, di un gondoliere, di un super atleta, di un grande stratega. Di quello che veniva tutte le sere d'estate, alle sei in punto, alla gelateria dove lavoravo di fronte allo Stazio del Molo per incontrare e salutare i filgi che là prestavano servizio... -Massimo, posso sentarme diese minuti a spetar i fioi?- mi diceva indicando la sua sedia preferita e stringendomi la mano. -Certo "Gigio", e te ofro anca el birin!- E lui -va a remeschi và là, proprio preciso de to pare Lilo ti ze"- ...e anch'io ti ricordo ancora, specialmente quando mi raccontavi di un episodio capitato "in volta al Canalazzo alla machina". Ciaci", secondo, tentava di rubarti la riva per poi essere avvantaggiato e andare per forza di cose in testa alla successiva curva "dell'erbaria", battendo il suo ferro sulla tua poppa: -Massimo, me so voltà e go visto la musana de un mostro, lo pareva o diavolo, tuto suà, spetenà, co la bava ala boca e piste de mocoli fin sora la testa e ghe go dito...no bèlo, al campo stagando se ti vol provar a ndarme via! Ma el me fasseva paura...- Nel dirmi questa cosa tentava di aprire l'indice della mano rattrappita dall'artrosi, per indicare la parte destra che avrebbe dovuto fare "ciaci" e con l'indice gli si aprivano anche pollice e medio mentre le altre due dita restavano piegate dentro il palmo della mano. Chi non lo ricorda cosi'?
Domenica 9 novembre, proprio alla Trattoria da Romano a Burano, il suo ristorante preferito, a dar lustro alla sua memoria, oltre ai già citati regatanti o a chi li rappresentava, c'erano anche tutti i vincitori viventi della Regata Storica tra i quali Roberto e Gianni Busetto, "Bepi" Fongher, Igor e Rudy Vignotto, Ivo Redolfi Tezzat e Gianpaolo D'Este. Indescrivibile il livello di commozione raggiunto durante l'incontro, palpabile la fierezza trasmessa da chi ha potuto raccontare momenti di vita vissuti con "Gigio", effervescente l'atmosfera e la gioia nello stare tutti assieme nel ricordo di un mito buranello, veneziano, di un gondoliere, di un super atleta, di un grande stratega. Di quello che veniva tutte le sere d'estate, alle sei in punto, alla gelateria dove lavoravo di fronte allo Stazio del Molo per incontrare e salutare i filgi che là prestavano servizio... -Massimo, posso sentarme diese minuti a spetar i fioi?- mi diceva indicando la sua sedia preferita e stringendomi la mano. -Certo "Gigio", e te ofro anca el birin!- E lui -va a remeschi và là, proprio preciso de to pare Lilo ti ze"- ...e anch'io ti ricordo ancora, specialmente quando mi raccontavi di un episodio capitato "in volta al Canalazzo alla machina". Ciaci", secondo, tentava di rubarti la riva per poi essere avvantaggiato e andare per forza di cose in testa alla successiva curva "dell'erbaria", battendo il suo ferro sulla tua poppa: -Massimo, me so voltà e go visto la musana de un mostro, lo pareva o diavolo, tuto suà, spetenà, co la bava ala boca e piste de mocoli fin sora la testa e ghe go dito...no bèlo, al campo stagando se ti vol provar a ndarme via! Ma el me fasseva paura...- Nel dirmi questa cosa tentava di aprire l'indice della mano rattrappita dall'artrosi, per indicare la parte destra che avrebbe dovuto fare "ciaci" e con l'indice gli si aprivano anche pollice e medio mentre le altre due dita restavano piegate dentro il palmo della mano. Chi non lo ricorda cosi'?
"GIGIO ASSIEME A BEATO PAOLO VI, SAN GIOVANNI PAOLO II E BEATO GIOVANNI PAOLO I
L’anno scorso, alla Trattoria da Remigio, in occasione della festa di fine anno a cui partecipano tutti i vincitori della Regata Storica dei campioni, i due fratelli Bruno e Franco “Strigheta”, commossi, avevavo annunciato l’intenzione di organizzare una grande festa nel 2014 per ricordare, in occasione del decimo anno dalla sua scomparsa, il loro mitico e gentiluomo papà “GIGIO”. Detto e fatto! Un mese fa mi chiamano prima Franco e poi Bruno per porgermi l’invito alla festa che si è svolta a Burano domenica 9 novembre 2014 al ristorante da Romano. Sono stato colto di sorpresa, non mi aspettavo di essere tra gli invitati e tra i fortunati ad aver conosciuto il mitico “Gigio”. Quando lo incontravo era sempre piacevole scambiare due parole e fare due battute sul passato e sul presente delle regate. Ricordo che quando ci salutavamo mi diceva sempre: “saluta el Beppi, a Luciana (Giuseppe "Bufalo" Schiavon e consorte ndr) e daghe un baso aea Gisella” (così chiamava mia moglie Luisella). Era il 2004 quando come un degno e bravo ballerino, partecipò alla sua ultima Regata Storica da attore protagonista in poppa di una gondola sempre vestito a puntino, sempre elegante e danzante, nonostante i suoi 84 anni. Quell’anno abbiamo vinto io e mio cugino Igor e quando sono andato dal fotografo per scegliermi le fotografie, mi colpì in particolate una foto di “Gigio”, tanto che in una cornice tra i ricordi del nostro trionfo ho fatto mettere anche lui, per ricordare e avere tra i miei trofei anche il suo ultimo saluto! Più volte andai a trovarlo quando si trovava all’ospedale ed era sempre carismatico. Ricordo che poco prima che ci lasciasse, al momento del saluto, mi ha dato la mano e mi ha ringraziato della visita con gli occhi lucidi e la sua mano stringeva forte la mia, quasi avesse la consapevolezza che fosse l’ultima volta. Dopo qualche giorno, ho appreso la triste notizia e sono rimasto molto dispiaciuto in quanto con “Gigio”, se n’è andato un pezzo della storia di tutti noi e della cultura veneziana legata al remo e all’acqua. E’ in quel momento che ho preso in mano il telefono e ho chiamato Bepi Fongher e Parlmiro per organizzare il trasporto della salma con la Disdotona vogata da tutti i vincitori della Storica. La mia idea andò a buon fine, e con orgoglio fu accolta da tutti i campioni e avversari. E’ grazie a “Gigio” se per una volta io e mio cugino abbiamo vogato nella stessa barca assieme ai nostri due rivali di sempre. Veniamo a ieri. Credo fossero un’ottantina gli invitati tra amici, campioni del presente, del passato e parenti. Grande mostra fotografica, con momenti che hanno lasciato un segno indelebile alla nostra storia, alla nostra Venezia, alla nostra cultura, alla nostre tradizioni e alla nostra grande passione “il remo”. Con grande personalità i tre figli Bruno, Franco e Giorgio hanno ringraziato tutti noi presenti tra commozzione e qualche lacrima, preminado con una bellissima coppa in vetro color rosso (per ricordare il colore della più ambita bandiera), tutti i provini che hanno avuto l’onore e la fortuna di vogare con il loro papà. Hanno scritto due righe di ringraziamento e di storia passata, mio zio Benito Vignotto e mio suocero Giuseppe Schiavon “Bufalo” ricordando “Gigio” come: “ IL PIU’ GRANDE”, “IL VERO MAESTRO DELLA VOGA”,“IL PIU’ ASTUTO” , “IL PIU’ ELEGANTE” paragonandolo ad un “DEO”. Tra le righe c’era anche scritto: “ne ha vinte 14 di regate storiche però mancano i 4 anni della guerra! Quante ne avrebbe potute vincere in più?” Ringrazio di cuore i fratelli “Strigheta” per l’ottima giornata e le grani emozioni che mi hanno fatto vivere.
GIUSEPPE "BUFALO" SCHIAVON
Come presidente onorario dell’associazione regatanti sento il dovere di ricordare la eccezionale figura di Albino Dei Rossi, per noi Gigio Strigheta, Re del Remo. Gigio Strigheta, nonostante la lunga pausa della guerra, vanta 14 vittorie in Storica, 5 vittorie e 5 secondi a Murano, 11 vittorie a Burano. Non sono solo queste innumerevoli vittorie a farne sentire la mancanza, ma è tutto il suo straordinario stile di vita. Grande atleta, grande uomo di laguna, grande gondoliere, sempre elegante ed impeccabile nel vestire, pacato e affascinante nel parlare, geniale e nello stesso tempo spregiudicato. Io ho avuto l’onore di vogare tanti anni contro di lui, la prima volta è stata nel 1955. Ma quando ero piccolo, avrò avuto sei – sette anni, e mi dicevano che stava passando davanti a Sant’Erasmo Strigheta, correvo davanti alla riva e non mi staccavo con gli occhi fino a che riuscivo a vederlo. Per me era un eroe, il re delle favole più importanti. Gigi Strigheta, re del remo, ha segnato la nostra epoca con la sua volontà di emergere, con la sua voglia di conquistare e di godersi la vita, ma nel contempo con quell’eleganza nei rapporti umani che gli faceva perdonare qualsiasi colpa. Mi ricordo una volta, il lunedì della Storica eravamo con tutti i regatanti dei gondolini dal Conte Cini. Strigheta faceva il rappresentante di tutti e anche di noi giovani che non avevamo nemmeno il coraggio di parlare. Il direttore consegna a Strigheta una busta per tutti, lui la tocca con le dita, guarda la figlia del conte Cini e dice: “sento dal tatto che xe poca roba” , poi guarda con un sorriso accattivante la figlia del Conte Cini, e le fa un mezzo inchino. La Contessina esce e dopo poco rientra con una busta molto più gonfia: magia del grande Strigheta! Albino non era solo voga e regate: gli piaceva anche stare in compagnia. Tante volte dopo gli allenamenti si fermava a S. Erasmo da mio papà. Allora coi miei fratelli si faceva una tavolata improvvisata e stavamo a bocca aperta a sentire delle sue esperienze e dei suoi trionfi. Una volta mi ha confidato una cosa che mi ha molto colpito: “Sai Benito, quando vinci, anche se sei stanco e affaticato, ti senti così felice che ti pare di poter danzare sulla poppa del gondolino, in modo così leggero da non farlo neanche muovere”. Io ancor oggi penso a lui che con incredibile leggerezza ed eleganza salta sulla poppa delle nuvole alla ricerca di un nuovo proviere per continuare la sua immortale leggenda. Caro Albino Dei Rossi Strigheta, la bandiera rossa sarà, ancora una volta, sempre tua, e noi, e quelli dopo di noi, saranno sempre qui ad applaudirti !
BENITO "VELENO" VIGNOTTO
Nel ricordare il campionissimo "Gigio Strigheta", vorrei innanzitutto ringraziare i suoi figli Bruno, Franco e Giorgio, per avermi invitato alla cena al ristorante "Da Romano", a Burano, organizzata per passare una serata in sua memoria nel decennale della sua scomparsa. E vorrei anche dilungarmi un po' per ricordare quello scorcio di vita passato al suo fianco, come suo "proviere". Nell'andare a ritroso con la memoria, il ricordo và a quando da ragazzino il mio papà mi portava a vedere le regate e nel pronunciare il conome dei campioni di allora, mi faceva notare l'eleganza e la forza nella vogata di "Strigheta". Mai in quei momenti avrei immaginato che un giorno sarei diventato uno dei suoi "provieri". Lo conoscevo per la sua fama, lui era già re del remo, ma personalmente l'ho conosciuto nel 1963, anno del mio debutto in Regata Storica allorchè l'espertissimo e forte Bruno Bastasi, mi diede fiducia come "poppiere" nonostante la mia giovane età. Dopo alcuni anni passati come suo avversario, lo incontrai a Venezia agli inizi degli anni settanta. Durante il nostro scambio di opinioni sui fatti delle voga veneta mi interruppe con una domanda lasciandomi di sasso: "sei disposto a cambiarti di ruolo e vogare con me"? La domanda mi colse di sorpresa e mi procurò parecchio timore: "sarei stato in grado di vogare a prua avendo sempre vogato come poppiere e...sarei stato in grado di soddisfare le aspettative del numero uno della disciplina"? Dopo un primo momento di disorientamento e caos mentale e vedendo che Albino insisteva, fui preso dall'entusiasmo e mi tuffai in quella meravigliosa avventura! Nelle gare che facemmo mi convinsi sempre più che lui aveva qualcosa in più rispetto a tutti gli altri regatanti: elegante nello stile, forte, astuto nel valutare il campo di gara ed istantaneo nel mettere a fuoco le situazioni che via via si presentavano, lui sapeva sempre dove dirigere la barca. Mestierante, abile ed esperto in situazioni critiche create da vento forte e moto ondoso. Mi sempre chiedo quanti ulteriori successi avrebbe potuto ottenere se non fosse stato fermato dagli eventi bellici della seconda guerra mondiale dal 1940 al 1945... Poi ci dividemmo per intraprendere altre strade ma portandomi nell'intimo la consapevolezza di aver vogato con un campione cfhe ancor oggi ammiro e rispetto. posso dire che nella mia carriera sportiva ho avuto due maestri merito dai quali ho potuto affinare la tecnica ed il comportamento in gara ed ai quali sarò per sempre riconoscente: Bruno Bastasi e "Gigio Strigheta". Andai a trovarlo in ospedale nell'ultimo periodo della sua vita e notavo in lui il piacere che gli fossi accanto. Sono trascorsi dieci anni dalla sua morte, sono passati così velocemente che mi sembra ieri. Ciao "Gigio"...ti ricordo ancora.
MARCELLO TAGLIAPIETRA "MARIETO"
La notizia della morte di Albino Dei Rossi “Strigheta”, risvegliò in me un ricordo della sua immagine e figura di grande regalante e Campione del Remo. Un giorno mi venne a trovare e mi chiese se potessi trovare e consegnargli delle fotografie dove appariva assieme a mio padre (Angelo Tagliapietre “Marieto”) che per molti anni accompagnò nel dopo regata i bandierati della Storica durante i festeggiamenti che ne seguivano. Era sua intenzione far pubblicare un libro sulla sua vita, esattamente come fece il grande Ciaci, ero convinto che fosse facile per lui in quanto il racconto della sua vita sportiva poteva interessare i moltissimi appassionati di voga. Mi piace ricordare inoltre che nel 1957 un comitato per le onoranze ai regatanti fondato da mio padre “Marieto”, donarono una gondola al campionissimo “Re del remo Strigheta” per eccezionali meriti sportivi. Dopo aver soddisfatto la
sua richiesta, gli domandai se avesse avuto dei segreti e cosa
rappresentasse per lui lo sport remiero. “ Tutti I segreti stanno
nell'esperienza -rispose- poichè la voga alla veneziana è una vera arte
che si perfeziona con il passare degli anni e purtroppo quando ti accorgi di essere diventato un artista, sei vecchio, senza possibilità fisiche per gareggiare". Mi raccontò molti aneddoti curiosi e finì ricordando con orgoglio che nella sua prima Regata Storica del 1946 superò mio padre soffiandogli il terzo posto a pochi metri dall’arrivo. Quando mi salutò
disse, con tono un po’ triste: "oggi molti regatanti, ai primi risultati,
credono di aver capito tutto, io invece, pur essendo molto dotato per
natura, ho capito solo da vecchio di essere un artista del remo". Di questo libro non ne ho più sentito parlare e a questo proposito colgo l’occasione affinché il giornalista e pubblicista Antonio Padovan, che ha curato il libro del grande Sergio Tagliapietre “Ciaci” e fatto pubblicare con il patrocinio del Comune di Venezia, si adoperi per far sì che anche il grande “Strigheta” possa essere conosciuto da tutti quelli che amano le storie di voga alla veneta per un giusto tributo al più grande Campione del remo esistito in laguna.
Nessun commento:
Posta un commento