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domenica 28 novembre 2010

12^ FESTA GRANDA DE SANT'ANDREA

12^ FESTA GRANDA DE SANT'ANDREA

3^REGATA NAZIONALE DI VOGA VENETA



SOSPESA E RINVIATA


Con il cuore in lacrime, il consiglio direttivo del Coordinamento Nazionale delle Società Remiere di Voga Veneta per voce del suo presidente, Giovanni Giusto, ha dovuto proporre all'assemblea dei poppieri la sospensione della Festa Granda de Sant'Andrea. Le motivazioni per tale proposta non sono state certamente le condizioni meteo sul campo di gara ma l'impossibilità di varare le varie imbarcazioni da regata da parte delle società tipo Remiera Casteo, Vogaepara Burano o Canottieri Cannaregio site in zone battute dal forte vento che causava pericolosi marosi. Inutile rischiare. La situazione è stata compresa specialmente da tutti gli atleti rappresentanti tutto il nord Italia, eppure presenti al breefing. Stiamo aspettando l'ufficialità ma quasi certamente la grande festa sarà organizzata per

DOMENICA 27 MARZO 2011

in occasione dei festeggiamenti per i natali di Venezia (25 marzo)
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Un grazie comunque al consiglio direttivo ed a tutti i collaboratori che per quindici giorni hanno lavorato alacremente per la perfetta riuscita dell'evento.

Ricordiamo che alle cinque di mattina, nonostante il maltempo, hanno tirato seicento metri di cordino per la partenza della regata delle 52 caorline.Rimaniamo in attesa del comunicato ufficiale da parte del presidente Giovanni giusto

5 commenti:

Lanterio ha detto...

Ho compreso ieri, durante l'assemblea dei capibarca, le motivazioni che hanno spinto alla sospensione della regata. Come fa notare l'autore dell'articolo, non è stata certo la percorribilità del campo di regata a condizionare lo svolgimento della gara(dalle finestre della sala riunioni si vedeva bene un ampio squarcio di laguna). E' stato piuttosto il, legittimo, timore di avere uno scarso numero di paretcipanti alla manifestazione, il cui senso, mi pare ora di capire, è più politico che sportivo (una sorta di dimostrazione di forza numerica).
Mi permetto quindi di avanzare una critica. Come era stato fatto notare anche da un paio di veneziani, non sarebbe stato più corretto procedere all'appello e poi decidere se correre o meno? Magari senza dare ufficialità alla corsa, ma considerando chi ha speso tempo e denaro per arrivare a Venezia e sentirsi dire di andare a casa? L'ho ritenuto e lo ritengo una scorrettezza e un atto di scarsa considerazione. Il malumore tra i miei atleti, ma anche tra quelli di altre remiere, era palpabile: avevo con me diversi adolescenti fatti svegliare alle 5.15 di mattina per essere presenti in orario e con loro mi sono dovuto giustificare.
In caso contrario, visto che le condizioni meteo non erano ottimali, sarebbe stato opportuno segnalare per mail o con una telefonata (anche alle 6 di mattina), soprattutto a quella decina di remiere molto lontane, il rischio di sospensione. Ognuno poi si sarebbe fatto i suoi conti. Non trovo giusto scrivere negli avvisi che la regata si sarebbe svolta con qualsiasi condizione meteo e poi tenere un simile comportamento.
Trovo poi sbagliato, ma questa è pura opinione, che una simile decisione sia stata (fintamente) scaricata sull'assemblea dei rematori. Il Comitato Organizzatore, in questo caso il coordinamento, si sarebbe dovuto assumere onori ed oneri della decisione, che di fatto ha preso, senza trasformarla in una specie di farsa democratica dove non si sapeva chi diceva cosa ed in nome di chi, senza alcuna reale votazione. Lodo l'abilità di Giusto, che ne esce pulito, ma per come la vedo io non si fa così! Gli atleti del nord Italia avranno anche compreso, ma di certo non sono unanimi nel subire queste decisioni!

A modo mio ha detto...

Mi permetto di commentare lo sfogo di Lanterio, anche se come sempre ciò che dirò sono mie opinioni e come tali resteranno.
E' evidente che questa manifestazione punta tutto sull'immagine piuttosto che sull'atto sportivo. Sarebbe ancora pensabile una gara in linea su corsie ma una regata tradizionale di voga alla veneta veneziana, con 50 imbarcazioni al via, non darà dei risultati sportivamente validi.
Non per niente le regate di voga veneta del comune di Venezia prevedono la partecipazioni in campo di gara di 9 equipaggi (minimo 7).
Far vogare i propri soci/tesserati non significa far vogare degli atleti, almeno in questo tipo di competizioni.
Ricordo inoltre che l'espansione a livello nazionale della voga veneta avrebbe molto più senso eliminando gli aspetti tradizionali di ogni singolo luogo.
Non trovo corretto imporre come voga all'impiedi lo stereotipo veneziano, considerando che tradizionalmente (localmente) esistono altri modi di vogare all'inpiedi.
Se dovessi andar a vogare in giro per l'Italia, lo farei da atleta e con barche "neutre" e facilmente trasportabili da tutti. Ecco un esempio di quanto esiste già, promosso dalla FICSF (http://www.ficsf.it/ficsf/index.php/app/ficsf/ficsfID/session/mod/pages_details/page_id/1728/chapter_id/5/section_id/1).
Sulle questioni meramente organizzative non sono in grado di commentare in quanto sono totalmente estraneo all'organizzazione e alla partecipazione a questo evento. Certo che da Veneziano posso dire che le condizioni per una regata erano comunque abbastanza difficili, soprattutto considerando l'assieme delle condizioni meteo (pioggia, vento, temperature basse). Di solito in questi casi si decide poco prima del via se la regat viene svolta o meno. Bisogna capire quanti equipaggi sarebbero mancati al momento del via vista l'impossibilità di 3 società a mettere in acqua le proprie imbarcazioni. Senza conoscere i numeri in questioni, posso però immaginare che da quelle società provenivano buona parte degli equipaggi al via.
Forse sul regolamento sarebbe da prevedere un numero minimo di imbarcazioni per poter disputare la regata ma probabilmente nell'euforia dell'organizzazione di tale evento non è stata pensata una simile eventualità. Come in fondo non ci sono riferimenti ad un eventuale rinvio della regata stessa.
Diciamo che sarebbe stato tutto più facile e meno polemico se il coordinamento fosse ancora quell'organo che doveva essere in principio, ovvero di coordinatore delle società di voga veneta veneziane a livello locale per gestire certi eventi in collaborazione col Comune.
Anche su questo punto la mia visione di ciò che dovrebbe essere il coordinamento è molto diversa da quella condizionata emotivamente che hanno molti veneziani. Non intendo quindi alimentare polemiche eventuali su questo aspetto mio personale.

Anonimo ha detto...

non era solo la remiera cannaregio, ma all'interno c'è spazio per 8 società sportive e vi posso assicurare che domenica mattina tutti gli atleti erano presenti all'interno del capannone, compresi i bambini, aspettando che il vento si calmasse pronti a buttare in acqua le barche per raggiungere il campo di gara. Non era assolutamente possibile mettere in acqua le barche, era troppo pericoloso il vento era fortissimo e le onde troppo alte. Fino all'ultimo si è sperato, ma siamo stati bloccati là dentro, non è stata cattiveria o menefreghismo ma proprio impossibilità. A.

Elkenia ha detto...

Ne sono certo A. E ti assicuro che lo erano anche tutti i persenti al breefing. All'inizio del mese è capitata la stessa cosa per la regata del secolo a vento rovescio. Il grosso delle gondole era ricoverato a Casteo e Giudecca. Tutti eravamo presenti sotto la pioggia nei cantieri a telefonare a destra ed a manca per avvisare del peircolo e dell'impossibilità di varare le barche.Gli organizzatori, appurato che non potevamo muoverci, hanno deciso che noi non "volevamo" muoverci e buttandoci maleducatamente giù il telefono ci hanno detto ....voi non parteciperete mai più alla nostra regata...

massimo veronese

Lanterio ha detto...

Rispondendo a "a modo mio", conosco molto bene la Federazione, la barca ViP750 e tutto il corollario di eventi e manifestazioni organizzate. La mia società aderisce all'iniziativa ViP750 e partecipa alle competizioni organizzate a livello federale. Come scrivi tu, l'idea è proprio quella della barca "neutra" ed alla portata di tutti, che sia utilizzabile da chiunque e di facile voga. Ognuno la arma a modo suo e, in questa maniera, è possibile avviare un confronto tra i vari stili di voga per arrivare alla massima espressione tecnica della voga in piedi, a prescindere dai condizionamenti ambientali e territoriali.
Ti segnalo un paio di altri articoli sul sito ficsf:
-Uno sulle qualifiche giovanili:
http://www.ficsf.it/ficsf/index.php/app/ficsf/ficsfID/session/mod/pages_details/page_id/1766/chapter_id/5/section_id/1
-Uno sui campionati di coppa Italia:
http://www.ficsf.it/ficsf/index.php/app/ficsf/ficsfID/session/mod/pages_details/page_id/1770/chapter_id/5/section_id/1

Noi si partecipava alla regata di S. Andrea con i nostri giovani-giovanissimi, senza particolari intenti agonistici, per dar loro la possibilità di aprirsi alla remata con stile "veneto", per stimolare l'apprendimento e provare a comprendere le differenze stilistiche delle diverse tipologie. Sono fermamente convinto che la sperimentazione ed il confronto siano una possibilità di arricchimento e miglioramento. Per tutti. Ognuno è convinto che quel che fa sia il meglio, quasi sempre ci sbagliamo.